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giovedì 3 gennaio 2008

Logo Fai da Te ? Ahi ! Ahi !

Ogni volta che si parla di marchio per la propria impresa, si scopre quanto vario sia l'approccio con questa importante pietra miliare del marketing aziendale.

Chi lo preferisce grande e leggibile. Chi solo testuale. Chi preferisce un pittogramma. Chi si accontenta di una clip-art, chi ricorre ad un "faccio tutto mi".
Ma si sa che oggi, chiunque sappia leggere un foglietto di istruzioni di una
medicina, senza ovviamente decodificare le controindicazioni, è ovviamente il miglior medico non solo di sé stesso ma anche degli altri. Ed allora consigli a parenti ed amici sul prodotto senza ricetta che fa miracoli.

Naturalmente, solo quando il malanno si fa grave e anche il medico non è più sufficiente allora si ricorre allo specialista. Ma prevenire non sarebbe meglio che curare ?
L'approccio è molto simile quando si tratta di far nascere e curare la propria azienda.
Se forniamo ad un neonato, l'alimentazione corretta, le vitamine giuste, ritenete che svilupperà un'impalcatura ossea e muscolare per sorreggere un corpo adulto ? Allora perché la neonata azienda si affida all'improvvisato fai-da-te?

Qual è la cultura delle forme, dei colori che c'è alla base di ognuno di noi per improvvisarci esperti disegnatori. Quale bagaglio di studi della percezione e psicologici insegnano le normali scuole per affrontare ad armi pari i "competitor" presenti nel mercato globale ?

Certo chi ha studiato e studia giorno per giorno la comunicazione non ha la bacchetta magica del successo, ma sicuramente aiuta ad evitare clamorosi errori.
Per esempio quello dello stridere dei colori male accostati. La leggibilità del carattere nei casi di rimpicciolimento o ingrandimento.

A queste e molte altre domande cerca di dare una risposta con un approccio chiaro e stringato un breve corso realizzato su Blographik.

Se non è di un professionista che ritenete di aver bisogno almeno provate a leggere questi 5 punti

  1. Le basi per il design di un logo: la forma
  2. Le basi per il design di un logo : il colore
  3. Il marchio con gli attributi:
  4. Ora prova a farlo da te :
  5. Se hai desistito e vuoi scegliere un professionista:

Ho ritenuto non riscrivere ma rimandare ai singoli articoli perché concordo su tutti i punti menzionati da Mik.

L'unico punto in cui mi trovo in disaccordo, è sulla scelta della centralità del p
unto focale. Infatti Mik, nell' articolo sottolinea che:

"Il punto focale in genere dovrebbe coincidere con il centro del logo, ma può essere anche la prima lettera o anche l’ultima lettera di una delle parole. Qualsiasi cosa decidiate di fare, non create più di un punto focale nel logo. Un esempio concreto: osservate il logo blographik . Secondo voi, qual è il suo punto focale? Allo stesso modo in cui tutto il logo è importante, dovrete mantenere il focus del logo nello stesso punto."


E quì, proprio perchè il suo logo non è così, ritengo che sia inciampato in una svista, perché se nella letteratura così come nella logica, si usa attribuire il focus, cioè il centro dell'interesse e dell'attenzione, proprio nel centro, al contrario nel campo dell'immagine, ma anche della pittura e dell'arte, la regola non è sistemare il punto di maggior interesse nel centro ma di utilizzare l'asimmetria per cercare di creare un rapporto aureo tra i vari elementi della composizione. In fotografia si usa ricorrere alla regola volgarmente detta dei terzi.

Infatti basta dividere la composizione in terzi per ogni lato e dalla loro intersezione si creeranno 4 punti focali attraverso i quali far sviluppare ed equilibrare i pesi della composizione. La nostra naturale abitudine di vedere il mondo asimmetrico, pur considerandolo spesso come se fosse simmetrico ci fa considerare interessante ciò che si sviluppa armonicamente secondo dei punti di fuga.

Un volto regolare ad esempio si ritiene simmetrico.Vedete ad esempio questo volto che sembra geometricamente perfetto.


In realtà è l'asimmetria a rendere questo volto così interessante. Provate invece a suddividere il volto secondo il proprio asse di simmetria e poi duplicare, riflettere ed unire prima

le due metà sinistre
,



poi le due destre.



Noterete che pur avendo realizzato in questa maniera due volti che sono senza dubbio simmetricamente perfetti, il risultato sarà stranamente percepito per entrambi come disarmonico o innaturale.
Chiedo scusa alla bellissima modella per aver modificato i suoi lineamenti, ma era per dimostrare che la geometria non conta e come la natura con la sua asimmetria riesca a creare ed a farci percepire armonia.

Ormai chi ha sviluppato il senso del gusto ricompone queste asimmetrie in arte, in pittura ma anche in fotografia e grafica in maniera del tutto spontanea e naturale .

Anche Mik non è proprio riuscito a sottrarsi a questa legge naturale.
Infatti anche il suo marchio, come tanti altri di successo, se lo racchiudiamo in un rettangolo e lo dividiamo nei classici terzi, lo vedremo svilupparsi attraverso l'incrocio delle linee
.


Con una precisione quasi millimetrica, la g abbraccia i due punti focali più importanti, quelli che partendo da sinistra nell'ordinario senso di lettura sono i primi e la scritta si svolge terminando nel punto focale in basso a destra. Questo è il chiaro gioco degli equilibri dei pesi, la parola "raphik" a destra, più lunga, ma più bassa va ad equilibrare il maggior peso nella composizione dato dalla parola "Blog " più corta ma più corposa per l'apporto dato dall'ingrandimento della "g". Un'esempio riuscito di decentramento equilibrato. Che dire di più: dopo un tale pregevole impegno per creare una guida al Logo, credo che una piccola svista nell'articolo, si possa proprio far passare e fargli i dovuti complimenti.

by Serena Chiatante



1 commento:

Serena Chiatante - Photoxgraph.it ha detto...

http://www.blographik.it/2008/01/04/asimmetria-logo-immagine/

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