Quando si pensa alla pubblicità, il pensiero va subito alle grandi campagne pubblicitarie, i cartelloni, i clip video ecc.
Ma quanto lavoro c'è dietro un etichetta di un vino?
Nulla può essere lasciato al caso.
Il compito di suggerirne la scelta, da quando il vino, quello buono, ha conquistato gli scaffali delle rivendite non è più solo affidato al somelier, al consiglio dell'intenditore, all'enoteca.
Un'esperimento in tal senso, di "etichetta che parla", l'ho già segnalato su draft nell'articolo "Le etichette iniziano a parlare" .
I creativi fanno le loro scelte stilistiche in funzione del prodotto, della sua regione, del cliente, del mercato.
Sì, perchè quell'etichetta è il passaporto del buon gusto ed alla fine è anche arte, storia, ricordo, persino umorismo.
Certo un grafico non pensa di diventare famoso per aver disegnato un'etichetta, ma sapere che la vita della sua opera non si esaurisce nel solo scopo di vendere la bottiglia ma resta a memoria del " momento" può essere una bella soddisfazione.
E' grazie anche all'opera dei collezionisti di etichette, alla loro capacità di scovare e conservare, che tanto impegno storicamente profuso in una simile produzione, non va del tutto perso.
Per chi volesse fare un percorso storico tra i temi che hanno ispirato le etichette del vino consiglio di visitare alcune collezioni che privati hanno messo disponibili in internet e dalle quali ho attinto per mostrarne alcuni campioni .
Le raccolte visibili sul sito di un importante collezionista come Michele Tregnaghi
oppure quelle presenti su Winegirl od ancora tutto il lavoro che svolge l'AICEV (Associazione Italiana Collezionisti Etichette Vino) , per valorizzare "l'etichetta del vino che come sottolineano è un documento di costume, una testimonianza dell'attività umana e un importante veicolo promozionale" sono il riconoscimento tangibile verso un lavoro grafico di grande pregio, continuato nel tempo e a cui riconoscono di non essere " solo reclame" ma qualcosa ...di più. (interessante da visitare la galleria)
Per i grafici una visita su questi siti può essere il modo per riappropriarsi della propria identità storica, della coscienza del proprio ruolo forse oggi troppo spesso svilita dai messaggi da creare e consumare velocemente o dalla più facile scelta dell'anonima clipart.
by Serena Chiatante
Nulla può essere lasciato al caso.
Il compito di suggerirne la scelta, da quando il vino, quello buono, ha conquistato gli scaffali delle rivendite non è più solo affidato al somelier, al consiglio dell'intenditore, all'enoteca.
Ora è l'etichetta che deve farsi notare, quasi sgomitando tra le tante altre, per catturare l'attenzione del cliente e comunicargli : "Io sono qui, rappresento la qualità, la cura di un prodotto agricolo, non sono solo vitigno ma terra, vento , acqua e sole di quest'annata metereologica che ho imprigionato nella mia bottiglia."
Un'esperimento in tal senso, di "etichetta che parla", l'ho già segnalato su draft nell'articolo "Le etichette iniziano a parlare" .
I creativi fanno le loro scelte stilistiche in funzione del prodotto, della sua regione, del cliente, del mercato.
Parallelamente alle etichette per vino, è la brochure di lusso che ne patina ed esalta la composizione stilistica invogliando poi all'acquisto.
L'etichetta raggiunge la sinfonia della comunicazione quando riesce a far stappare la bottiglia giusta da gustare a piccoli sorsi in un felice abbinamento con un particolare tipo di pietanza.
L'etichetta raggiunge la sinfonia della comunicazione quando riesce a far stappare la bottiglia giusta da gustare a piccoli sorsi in un felice abbinamento con un particolare tipo di pietanza.
Sì, perchè quell'etichetta è il passaporto del buon gusto ed alla fine è anche arte, storia, ricordo, persino umorismo.
Certo un grafico non pensa di diventare famoso per aver disegnato un'etichetta, ma sapere che la vita della sua opera non si esaurisce nel solo scopo di vendere la bottiglia ma resta a memoria del " momento" può essere una bella soddisfazione.
E' grazie anche all'opera dei collezionisti di etichette, alla loro capacità di scovare e conservare, che tanto impegno storicamente profuso in una simile produzione, non va del tutto perso.
Per chi volesse fare un percorso storico tra i temi che hanno ispirato le etichette del vino consiglio di visitare alcune collezioni che privati hanno messo disponibili in internet e dalle quali ho attinto per mostrarne alcuni campioni .
Le raccolte visibili sul sito di un importante collezionista come Michele Tregnaghi
oppure quelle presenti su Winegirl od ancora tutto il lavoro che svolge l'AICEV (Associazione Italiana Collezionisti Etichette Vino) , per valorizzare "l'etichetta del vino che come sottolineano è un documento di costume, una testimonianza dell'attività umana e un importante veicolo promozionale" sono il riconoscimento tangibile verso un lavoro grafico di grande pregio, continuato nel tempo e a cui riconoscono di non essere " solo reclame" ma qualcosa ...di più. (interessante da visitare la galleria)
Per i grafici una visita su questi siti può essere il modo per riappropriarsi della propria identità storica, della coscienza del proprio ruolo forse oggi troppo spesso svilita dai messaggi da creare e consumare velocemente o dalla più facile scelta dell'anonima clipart.
by Serena Chiatante
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