Uno spettacolo deprimente.
Un festival di ipocrisia.
Partecipanti :
A - "chi si esprime" citando che si tratta di una giornata contro la violenza "delle" donne come se le donne siano diventate soggetto di violenza invece che subirle.
Peccato che non si trattasse del frasario dell'uomo della strada ma di insigni ministri.
B - Chi si meraviglia che ancora "ai giorni nostri" possano succedere queste cose mentre nella pausa pubblicitaria passa uno spot che mercifica il corpo delle donne.
C - Donne che non rispettano se stesse perchè per prime hanno prestato il proprio corpo alla carriera perchè più facilmente mostrabile qualche centimetro di pelle che lo spessore del proprio cervello.
Tutto questo mentre ogni giorno si educano le generazioni ad un morboso uso della propria attenzione.
Ed allora via col festival mentre milioni di persone sono incollate alla visione delle mutandine della Marcuzzi e gli avventi del Grande Fratello.
Via alla selezione del miglior cameramen, quello più capace di inquadrare dal basso la velina di turno.
Martellare ogni giorno con immagini di donne che non hanno nulla da dire se non piegarsi ad essere usate per vendere qualsiasi cosa.
Una donna che offende se stessa perchè non sa dire di no a proposte che la sviliscono.
Una donna che si piega a burattino di gomma pur di monetizzare ciò che madre natura gli ha regalato.
Salvo poi meravigliarsi come mai ciò che ha mostrato come mercanzia in vendita diventi anch'essa oggetto da consumare per strada come qualsiasi oggetto a cui si è volontariamente accostata.
Sappiamo scandalizzarci e far ritirare lo spot Calzedonia perché offendeva l'inno d'Italia ma nel frattempo ricordava che accanto ad ogni Fratello d'Italia c'era una Donna che soffriva e moriva insieme, ma di quanti altri spot abbiamo avuto lo stesso ribrezzo ed abbiamo cominciato a non comprare più quella marca pubblicizzata?
Immaginate l'effetto se ad uno spot allusivo, osceno, stupido corrispondesse un brusco calo delle vendite di quell'oggetto o di quella marca cosa succederebbe. Ed allora il telecomando lo hanno proprio le donne maggiormente deputate agli acquisti, non basta cambiare canale, bisogna spegnere le vendite.
Ed anche c'è bisogno di una nuova cultura della "Donna" che sappia difendersi dalla manipolazione di pubblicitari ed autori, dalle carriere e successi facili, dai compromessi anche se mascherati da artistici.
Ho spento la televisione e sono tornata al mio computer dove sono io a scegliere cosa guardare e quali argomenti approfondire.
Ed ho fatto bene perché come voci fuori dal coro ho trovato qualcuno che non si meraviglia di ciò che succede ma va a cercare le cause, le individua e le denuncia con forza e chiarezza.
Sono Elisa Giomi e Daniela Pitti che hanno realizzato un video dove
denunciano le forme di impiego del corpo femminile nella pubblicità a mezzo stampa e sui dispositivi che hanno l’effetto di “de-umanizzare” le donne, privandole dell’identità, della soggettività e ancor più a monte dello stesso status di persona.
Il loro scopo è dimostrare che ... " Questo effetto si produce attraverso immagini in cui il volto è tagliato o coperto o la donna ripresa di spalle; attraverso immagini in cui la donna è a diverso titolo “animalizzata”, o il suo corpo dormiente, inanimato, atteggiato in pose innaturali
In tutti i casi, in pubblicità le donne contano per il loro corpo e poche sono coloro che ottengono visibilità grazie a qualità e in ruoli diversi da quelli del feticcio sessuale.
Viceversa, abbiamo una schiera di corpi senza donne”.
Guardatevi il video e ditemi se non è il caso di dirgli grazie a nome di tutte le donne che nella vita si impegnano per migliorare questa società nei loro ruoli, di ricercatrici, di educatrici, di lavoratrici ma anche solo di sensibili ed affettuose compagne di vita.
Questo è il link a you tube per divulgarlo: http://www.youtube.com/watch?v=u_ER_8ic4rs&feature=player_embedded#!
questo il sito: http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=39&Itemid=59
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venerdì 26 novembre 2010
25 novembre-la giornata contro la violenza sulle donne:il festival dell'ipocrisia
by Serena Chiatante - Photoxgraph.it
Etichette: editoriale, Segnalazioni
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