Branding e graphic design
Mercoledì 5 ottobre 2011, alle 18.30 presso la Sede Aiap, si svolgerà “MARCA & MARCHIO: Il rapporto tra mercato e graphic design”, una tavola rotonda sul tema del branding.
L'ingresso è libero.
L'incontro si terrà in sede Aiap, in via Ponchielli 3 a Milano.
Per info e registrazioni contattare: aiap@aiap.it
Un convegno necessario e provocazione intelligente in uno scenario sempre più occasionale. Mi spiego meglio, io ritengo che strategie di rilancio di un marchio, come quello che per me è uno dei migliori case-studio "il Mulino Bianco", oggi abbiano grande difficoltà ad essere non solo realizzati ma anche pensati. Si è perso l'approccio del brand con il graphic design improntato sul rapporto di conoscenza, di studio, di unione dinamica tra progettisti e brand.
All'insegna del consumo, al prezzo più basso, si è trasformata la progettazione grafica da un rapporto di lunga durata ad un rapporto occasionale. Lo dimostrano il successo dei vari contest dove si appalta dal logo allo spot. La ricerca del successo di un brand non è più il frutto di estenuanti ricerche ed applicazioni di studi per poter prevedere l'impatto ma soprattutto le possibili variabili negative ma è lasciato all'improvvisa esplosione di creatività del caso.Vince l'esperto, lo sconosciuto, l'impreparato. Il prodotto vincente a volte è solo la risposta ad un gusto od una moda momentanea ed incapace di superare la prova del tempo, l'espansione geografica ma anche la semplice adattabilità in stampa.
Io credo che la grafica stia morendo di quella agonia in cui muoiono tutti i prodotti in cui si va a sottrarre specializzazione e genio. Nessuno si sognerebbe di fare corsi per corrispondenza o tutorial per diventare medico o scienziato. Tutti invece, dalla quinta elementare in sù, al primo bottone di photoshop che hanno imparato a schiacciare sono divenuti improvvisamente capaci di realizzare il successo di un brand ed ancor di più di decidere le sorti di tutta la gente che in quel brand investe e lavora.
Io non credo ci sia qualcuno che andrebbe a farsi operare al cuore da un ragazzino che ha imparato come farlo da una qualsiasi rivista, tanti invece sono quelli che fanno mettere mani ad un logo che è il cuore della riconoscibilità d'una azienda al primo sprovveduto. Nel mezzo del brusio ormai è rimasta solo la strada del brutto, del volgare, del pacchiano per sorprendere e far parlare di sé?
Mi auguro di no perché il consumatore è meno stupido di come si vuol far pensare, Invece ha sempre più bisogno di credere, emozionarsi e sognare soprattutto quando intorno a lui vede sgretolarsi tutte le certezze. Un grande brand deve saper raccogliere questa sfida investendo prima di tutto in qualità e poi in un design che sappia vestire quel contenuto e lo sappia comunicare. Per raggiungere questo successo non ci voglio dilettanti allo sbaraglio, vanno bene alla" Corrida", ma professionisti ben preparati.
Io non dico che i tempi siano maturi per il ritorno del "Mulino Bianco" ma il successo della Apple avrebbe dovuto insegnarci che lì dove si fornisce qualità, innovazione, design e lo si comunica con maestria anche l'ostacolo del prezzo si abbatte. Nonostante la crisi si compra perché si percepisce la sensazione che a quel prezzo corrisponda un effettivo valore dell'oggetto.
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sabato 1 ottobre 2011
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